Starbucks e Coca Cola boicottano Facebook

29-Giu-2020  

La comunicazione odierna passa in modo sostanziale attraverso i social, una comunicazione però su cui servirebbe un controllo molto maggiore, visto il proliferare di contenuti non adeguati. Ultimamente il dibattito si è molto concentrato sui contenuti diffusi in rete colpevoli di veicolare messaggi di odio e violenza, messaggi che incitano al razzismo e che aizzano sentimenti negativi. Nessuna misura è mai stata mai presa per contrastare questi messaggi, anche se ormai è innegabile che servano regole ferree ed efficaci. 

Qualcosa si era mosso nelle scorse settimane, in seguito alle proteste per la morte di George Floyd, quando Twitter ha scelto di oscurare un commento del presidente Donald Trump che incitava alla violenza. Nessuna reazione, invece, da parte di Facebook, che non aveva preso alcuna misura contro lo stesso commento, ricevendo non poche critiche. La difesa di Mark Zuckerberg era stata, in sintesi: la piattaforma non è responsabile dei contenuti postati dagli utenti. Ma poi, alcune settimane dopo, proprio Facebook aveva deciso di rimuovere un simbolo nazista pubblicato sempre dal Presidente degli Stati Uniti.

Nasce da queste premesse la campagna Stop Hate for Profit, un’iniziativa che chiede alle grandi aziende di non investire su Facebook per tutto il mese di luglio, per spingere Mark Zuckerberg a prendere posizione sui contenuti "problematici" onnipresenti sulle sue piattaforme social.

Starbucks e Coca Cola VS Facebook

Dopo Coca-Cola, anche Starbucks ha deciso di sospendere la pubblicità su Facebook, in segno di protesta. E l'elenco delle aziende che stanno boicottando il popolare social network di Mark Zuckerberg si allunga: anche Unilever, Verizon, The North Face. The Coca-Cola Company e Starbucks hanno anzi deciso di estendere il loro stop alla pubblicità anche a Twitter e YouTube.

Tutti sono uniti nel volere una piattaforma più "pulita", senza contenuti offensivi, senza messaggi di odio razziale o di incitamento alla violenza. Insomma, chiedono regole rigide per contrastare la diffusione di certi messaggi pericolosissimi. 

Tutto è cominciato con la campagna Stop Hate for Profit, organizzata da alcune associazioni che giorno dopo giorno si battono in nome dell'uguaglianza, per i diritti delle persone di colore negli USA. Una lotta che non può non passare anche per i social, al giorno d'oggi.

Infatti James Quincey, Ceo di Coca Cola ha detto: «Non c’è spazio per il razzismo nel mondo e non c’è spazio per il razzismo sui social media». 

Autore: Giuseppina Dente